Diventare mentori, per crescere come professionisti e per far crescere i propri collaboratori.

“Il Mentoring è la metodologia che rispolvera meccanismi di ‘comunicazione sociale’ tra ‘parti’ e ‘differenze’ che sono sempre esistiti e di cui l’individuo sente sempre più bisogno. Il Mentor ha infatti innanzitutto un ruolo di agente di socializzazione a più livelli, un passe partout per il mondo degli adulti, un punto di riferimento continuo.”
Funzioni che negli ultimi anni sono andate perdendosi, e che oggi tornano ad essere richieste a gran voce in tutti i principali ambiti della società.Il Mentoring è la forma più antica di trasmissione di regole per quanto riguarda attività sociali, sportive, il linguaggio, modelli di comportamento in un determinato contesto organizzativo.
Guardando gli altri modelli, impariamo sin dall’infanzia. Ricordiamoci -per esempio- cosa succede quando frequentiamo la scuola: si guarda il compagno più integrato; al lavoro quello un po’ più bravo e skillato… il Mentoring è questo! Prima ancora che una metodologia codificata, è una metodologia di apprendimento che affonda le sue origini sui processi naturali di socializzazione. Le Abilità, ovvero “lo skill”, che si impara scrutando ”il fare” di chi emerge nelle attività, come nello sport e come nello studio, perché da qui si impara “copiando” chi più bravo a giocare a pallone e chi più ottiene risultati migliori nello studio. “Copiare” o imitare, cioè, chi è più “skillato”, parola nuova nel linguaggio corrente che sintetizza il modello del Mentoring.
Mentre il Coach è un individuo che gestisce un processo di aiuto all’apprendimento su condizioni specifiche su tempi a breve scadenza che servono a impostare un metodo di comportamento, il Mentore è colui che è chiamato a trasmettere la propria esperienza.
Qual è la responsabilità che un mentor ha nei confronti di un mentee?
Quali i valori e come possono essere messi al servizio dello sviluppo di chi opera nello stesso percorso e come trasmetterlo agli altri?
Ne consegue che è assolutamente centrale l’intelligenza emotiva, cioè la capacità di apprendimento attraverso le emozioni. Concludo ricordando, un’espressione che non è vuota metafora,: nell’alea “socratica” il Mentoring si individua nel rapporto fra un “Maestro” e un “discepolo” quale riferimento imprescindibile per interpretare l’aspetto dei valori anzidetti che si intende instaurare.